Nuova rubrica Cinema & Musica
Quanto siano importanti le musiche per i film e gli sceneggiati televisivi è forse inutile sottolinearlo. Basti pensare alla soave Moon River di Henry Mancini in Colazione da Tiffany (1961) di Blake Edwards, alla popolarissima e immortale Marcia scritta da Carlo Rustichelli per il film L'armata Brancaleone (1966) di Mario Monicelli, alla famosa sigla di Fiorenzo Carpi del capolavoro Le avventure di Pinocchio (1971) di Luigi Comencini o al Valzer n. 2 di Dmitrij Šostakovič che impreziosisce Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick nonché la miniserie televisiva Il sogno del maratoneta (2012) di Leone Pompucci. Cominciando a elencarne qualcuna si corre il rischio di non riuscire più a fermarsi, perché sono tantissime. E si corre pure il rischio di incorrere in errori. Pertanto meglio che il tema venga trattato da un esperto, ossia il dottor Andrea Bedetti, giornalista, critico musicale e musicologo. È stato docente di Filosofia ed Estetica della Musica presso l'UniTre di Milano. Esperto di esoterismo e filosofie occulte, critico letterario e d'arte, ha pubblicato, tra gli altri, i saggi La musica sacra e profana a Venezia dal XVI al XVIII secolo. Da Willaert a Monteverdi, seguito da Dadaïsme et tradition. Evola, le philosophe au pinceau e Consiglieri occulti. Storie di eminenze grigie dall'antichità ai giorni nostri. È stato, inoltre, responsabile delle pagine culturali del settimanale Il Borghese. Nel nostro sito curerà la rubrica Cinema e Musica e avrà modo, tra l'altro, di parlare dell'importanza delle colonne e dei temi musicali nei film, cominciando con Gli amanti (1958) di Louis Malle, Il disprezzo (1963) di Jean-Luc Godard e Ritratto di borghesia in nero (1978) di Tonino Cervi.
Buone & Cattive nuove
